gLinux: Google passa da Ubuntu a Debian per le sue workstation

Dopo aver usato per molti anni una versione basata su Ubuntu, Google decide di migrare la sua distribuzione ad uso interno su Debian Linux.

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Come molte aziende, Google utilizza internamente una grande varietà di sistemi operativi.

MacOS e Windows sono utilizzati da un numero elevato di dipendenti, ed una versione modificata di Debian Linux è stata utilizzata sui suoi server, almeno fino al 2014.

Anche i dispositivi Chrome OS e Android sono comuni all’interno della società di Mountain View.

Negli ambienti di lavoro in cui è necessario Linux, Google utilizza attualmente una distribuzione personalizzata di Ubuntu 14.04 chiamata Goobuntu, che non è mai stata pubblicata pubblicamente.

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Goobuntu è fondamentalmente una “skin su una distro Ubuntu standard”, ed è basato sulla versione LTS di Ubuntu.

Se pensi che Google contribuisca al testing o allo sviluppo di Ubuntu, ti sbagli.

Google è semplicemente un cliente pagante per il programma Ubuntu Advantage di Canonical (che è la società madre dietro Ubuntu).

gLinux, la nuova distribuzione basata su Debian Buster

Alla DebConf di agosto 2017 (la notizia non ha attirato l’attenzione dei media fino ad ora), Google ha annunciato che passerà da Goobuntu ad una distribuzione basata su Debian chiamata gLinux.

Puoi guardare l’annuncio su gLinux nel video ufficiale, a partire dal minuto 12:00.

gLinux si baserà sulla prossima versione di Debian 10 e la società ha sviluppato uno strumento per la migrazione dei sistemi da Goobuntu a gLinux.

Il passaggio di Google ad una diversa distribuzione Linux è importante per due motivi:

  • Innanzitutto, Google ora contribuirà al Progetto Debian anziché a Ubuntu, il che va a vantaggio di chiunque voglia utilizzare Debian sui propri computer.
  • In secondo luogo, Canonical sta probabilmente perdendo uno dei suoi maggiori clienti, ma non ha rivelato dettagli sulle entrate economiche che saranno perse in seguito a questa scelta.

gLinux probabilmente non vedrà mai una versione pubblica, così come il suo predecessore Goobuntu, ma è comunque interessante vedere quali sono le distro scelte dalle migliori aziende al mondo per l’uso interno alla società.

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